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Genere: Romanzo storico

Trama:
Abruzzo, 1920. In un affresco di un'Italia sofferente, sull'orlo del fascismo, tra miseria, sogni e ideali, il ritorno in paese di un giovane prete che, per una ferita di guerra, ha dovuto abbandonare la sua folgorante carriera e il ruolo privilegiato di confessore della Regina, cambia per sempre il destino della sorella, promessa sposa a un giovane emigrante. Ada si prepara a raggiungere il suo innamorato a Filadelfia, ma quando lui è finalmente in grado di spedirle i soldi per il viaggio, nasce il dilemma. La famiglia osteggia l'unione, gli interrogativi senza risposte sono troppi. In più il promesso sposo è imparentato con una famiglia di briganti e in America è iscritto ai sindacati e lotta per i diritti dei lavoratori. Ad Ada si prospetta una nuova possibilità. Partire o restare?

Recensione:
Una scrittura delicata e suggestiva nel proporci l'Italia del 1920, perfetta per rendere chiaro e comprensibile un paese dell'Abruzzo, con le sue chiacchiere, le sue genti e i modi di fare e di vedere l'esistenza a quei giorni.
Sentimenti, ma soprattutto la vita, che deve proseguire e, dopo la guerra, fare i conti con tante ristrettezze.
Giusy Cafari Panico, con il suo "La fidanzata d'America", ci regala una storia appassionante, che avvince e fa riflettere, portandoci a paragonare l'amore vissuto a quei giorni, coi tempi e i modi che andavano seguiti ed onorati, alle relazioni di oggi, magri brevi, bevute e concluse in una sera, senza progettualità e profondità.
Cento anni, un secolo, e tra queste pagine troviamo un mondo alieno, così influenzato dalle voci, dalle radici, da legami famigliari così stretti da sembrare catene, eppure nelle infinite diversità, lo sentiamo vicino, e con quest'opera lo viviamo come se fosse nostro. L'autrice rende la storia di Ada la storia di ognuno di noi, in un turbine di emozioni, desideri e doveri.
I personaggi sono piccoli quadri tratteggiati con cura ed amore. Bucano le pagine e si mettono a fianco del lettore, mostrandosi come sono con i punti di forza e le debolezze, le meschinità e i piccoli gesti autentici e genuini. E' facile farsi coinvolgere empaticamente, provare simpatie come antipatie.
"La fidanzata d'America" dà grande risalto anche allo spaccato sociale del tempo che descrive. Un'Italia stanca, un sud che da sempre mal sopporta il giogo di quei re usurpatori, non voluti e mai accettati. C'è un futuro di difficoltà e miseria al confronto del quale l'America lontana ammicca come il canto delle sirene. E allora che fare? Partire verso la ricchezza (presunta) e l'ignoto (reale e spaventoso), oppure restare, faticare, ma con le persone che da sempre conosciamo, con "i nostri", fedeli alle radici, rassicurati nel nostro difficile nido casalingo?
E' la mai finita lotta generazionale tra i giovani che sognano e scalpitano e i grandi che frenano, magari egoisticamente, resi forti dall'esperienza e anche un po' dal timore.
"La fidanzata d'America" procede sostenuto da un buon ritmo narrativo e dalla capacità della scrittrice di focalizzarsi sulle cose importanti, omettendo il superfluo. Un romanzo storico, uno spaccato d'Italia affascinante.
Ada si sposerà? Lascerà la sua casa oppure no? Lasciate che la storia vi parli e vi porti con sé.
(Tatiana Vanini)



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