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La morte non mente mai
di Ed James
Traduzione a cura di: C. Contini

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    Casa Editrice: Newton Compton Editori - 416 pagine
    Formati disponibili: cartaceo e ebook




  • Genere: Thriller

    Trama:
    Sei settimane dopo la sua scomparsa, sono in pochi a nutrire la speranza che Sarah Langton sia ancora viva. Ecco perché desta scalpore il suo ritrovamento sul ciglio di una strada: stremata e in stato confusionale, ma viva. Finché Sarah non si riprenderà e non sarà in grado di raccontare che cosa è successo, la polizia dovrà tentare di far luce sull'accaduto in quella che ben presto si trasforma in una corsa contro il tempo. Perché un'altra ragazza riappare improvvisamente, distrutta da mesi di prigionia, rivelando il gioco perverso di un maniaco che tortura le sue vittime per farle impazzire. Il detective Corcoran, con l'aiuto della psicoterapeuta Marie Palmer, dovrà fare del suo meglio per trovare un collegamento tra le vittime e risalire all'identità dello spietato criminale. Ma inoltrarsi nella mente di uno psicopatico potrebbe portare alla luce verità oscure che vanno al di là di ogni immaginazione...

    Recensione:
    "La morte non mente mai" di Ed James è un thriller adrenalinico molto scorrevole, caratterizzato da brevi e veloci capitoli strutturati in modo da illustrare punti di vista differenti; l'Autore, con questa strategia, catapulta il lettore nella mente e nelle azioni non solo dei protagonisti ma anche dei comprimari.
    La vicenda si svolge in Gran Bretagna e nell'arco temporale di tre giorni, il sergente Aidan Concoran e l'ispettrice Alana Thompson hanno il tempo contato per catturare un rapitore seriale che, apparentemente senza un motivo o uno schema preciso, sottopone le sue vittime a pesanti sevizie fisico/psicologiche e le abbandona in condizioni al limite della sopravvivenza.
    Il sergente indaga sul caso supportato dalla dottoressa Marie Palmer, una psicologa criminale che pretende il massimo da se stessa e si "punisce" severamente, proprio come lui, quando non raggiunge l'obiettivo finale.
    Il rapitore si insinua nelle vite e nelle abitudini delle vittime, le rapisce, le rinchiude in celle, le tortura e le scarica in fin di vita, questa è l'unica costante perché il modus operandi di ciascuna è diverso. Quale sarà il collegamento? Il rapitore opera da solo o agisce con dei complici? Quale motivo lo spinge a privare le vittime delle percezioni sensoriali?
    Azione e indagine, insieme all'elaborazione del profilo psicologico del criminale, diventano protagoniste della storia - in cui poco spazio è lasciato all'autore dei crimini -, si muovono di pari passo per delineare il profilo dell'assassino e scoprire che, come suggerisce il titolo, ci sono segreti che possiamo tenere e nascondere, mentendo prima di tutto a noi stessi, ma che la morte spesso porta a galla.
    Il lavoro dei poliziotti, inframmezzato dai ricordi delle vittime, e lo svelamento dei loro punti di forza e debolezza, conferiscono al racconto un ritmo strabiliante e perfetto.
    L'Autore, attraverso la suddivisione dei paragrafi in base alle ore della giornata, dà al lettore la sensazione di far parte dell'indagine e contemporaneamente fornisce al romanzo la stessa cadenza temporale del lavoro della polizia.
    Un racconto molto avvincente, in cui la suspense è amplificata dall'utilizzo di frasi brevi.
    La trama è interessante, originale e ben delineata.
    Lo stile di scrittura è semplice e chiaro, attira il lettore e lo tiene incollato alle pagine (soprattutto in occasione dell'ultimo rapimento).
    Un thriller appassionante, dunque, in cui non è possibile anticipare i risvolti del racconto, ma solo muoversi di pari passo con gli investigatori; direi che è più di un romanzo, è un emozionante gioco di ruolo, che conduce ad un epilogo che lascia aperta la porta ad un prosieguo, soprattutto per seguire il consolidamento di una relazione professionale e l'evolversi di un coinvolgimento personale tra Aidan e Marie che avevano iniziato la loro collaborazione con diffidenza e insofferenza (ma si dice che spesso: "Chi disprezza compra").
    Sinceramente, ho visto un po' una forzatura nel costruire il plot narrativo su un rancore di vecchia data, finanche tramandato, e forse non abbastanza sviluppato da adattarsi pienamente alla storia e il finale avrebbe potuto essere migliore se meno concitato (sembra affrettato e che manchino dei passaggi). Detto questo, però, consiglio la lettura e, se ci fosse un sequel, non esiterei a leggerlo.
    (Luisa Debenedetti)



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