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La sconfitta degli illuminati
di Fabio Bertinetti

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    Casa Editrice: Pubblicazione indipendente - 382 pagine
    Formati disponibili: cartaceo e ebook




  • Genere: Romanzo storico

    Trama:
    La Storia è fatta dai vincitori o dai vinti? Un giovane alla ricerca di vendetta, un monaco in guerra con la chiesa, un cardinale riformatore. Sono questi i vinti della Storia. Alcuni reali, altri di fantasia, eppure sempre pronti a schierarsi, combattere ed essere sconfitti. Sullo sfondo del '500, periodo di forti contrasti e cambiamenti, Raimondo Farese sarà di nuovo protagonista della sua epoca. Tra Forlí , Firenze e Venezia si tessono trame e si sviluppano contromisure, mentre in Germania il germe del libero arbitrio segnerà la Storia fino ai nostri giorni.

    Recensione:
    Ottimo romanzo storico. Un ampio spaccato di Storia del Rinascimento, molto attento ed accurato, nel quale si inseriscono un protagonista ed alcuni comprimari nati dalla fantasia dell'autore. Rocambolesche, ma molto umane, le loro vicende. Due aspetti hanno catturato la mia attenzione nel corso di questa lettura: la specchiata fragilità della vita umana nell'epoca presa in esame e la connotazione attribuita in quel tempo alla sottigliezza mentale. Un argomento, quest'ultimo, che nella narrazione si rivela a volte salvifico, a volte fonte di perdizione a causa di equilibri di potere prestabiliti. Mentre nel Medioevo l'uomo era ritenuto oggetto di un destino designato da un ordine cosmico, nel Rinascimento l'uomo stesso è chiamato a forgiare il proprio fato. A tal fine, valsero conflitti segnati da bagni di sangue, alleanze, tradimenti e tentativi di soffocare un nascente libero arbitrio a favore del mantenimento del controllo dello status quo. L'uomo rinascimentale che appare in questo racconto è un essere che si confronta con l'urgenza di cambiamenti nelle opere e nei pensieri, ma anche con la diffidenza ispirata dall'innovazione. E' un uomo in bilico, non ancora intimamente pronto a compiere un fermo passo evolutivo. Conosce doppiezze, bassezze, falsità e violenze, si affanna per dare soddisfazione ai propri istinti di base, per affermare il proprio potere ed espanderlo, ma è altrettanto in grado di manifestare il vero amore ed il germoglio di una nuova coscienza, azzardandosi oltre il giudizio comune ed il timore suggerito da ciò che non è noto o consolidato.
    La trama all'interno della quale Fabio Bertinetti ha presentato gli eventi storici considerati è intrigante ed avvincente. Annovera in sé operazioni di spionaggio, identità nascoste, giochi di potere, efferati delitti, antichi ed ossessivi rancori, nonché umane passioni e debolezze. Il protagonista nato dalla fantasia dell'autore, Raimondo, conquista l'attenzione del lettore per personalità e destino. Tra tutte le figure appartenenti alla realtà storica o al romanzo che accompagnano Raimondo nelle sue vicende, quella che amo al di sopra di ogni altra è Niccolò Machiavelli; un personaggio il cui pensiero resta, a mio avviso, uno tra i più sublimi di ogni tempo. In queste pagine, non mancano davvero gli ingredienti per attanagliare dall'inizio alla fine l'interesse del lettore. La parte descrittiva che accompagna la trama romanzesca e gli eventi storici che le fanno da contorno è contenuta, ma incisiva al tempo stesso.
    Lo stile dell'autore è scorrevole, nel complesso piacevole e di facile lettura. Trattandosi di un romanzo storico, esposto in massima parte in termini consistenti con l'epoca presa in esame, ritengo improprio il saltuario ricorso al moderno sproloquio al quale l'autore si è abbandonato. Ho potuto sorvolare al di sopra di questa lieve pecca grazie al ritmo veloce, vivace, incisivo e coinvolgente della narrazione ed agli attraenti contenuti della trama.
    Rispondendo alla simpatica ed originale esortazione proposta dall'autore nella sezione dedicata ai Ringraziamenti, posso dire che consiglio vivamente la lettura di questa interessante opera letteraria che ho condiviso con vero piacere e per la quale lo ringrazio.
    (Angelarosa Weiler)

    Citazioni da questo libro:
    "Non pensavo che la parola, pronunciata o scritta, potesse essere un veicolo tale per le idee"

    "Gli uomini che non hanno l'abitudine a confessarsi hanno il vizio di vantarsi"

    "Forse il privilegio di questo continuo scegliere, non a tutti consentito, ha costituito il peso ed il contrappeso di un'esistenza di sconfitte, di percorsi in salita e di discese più perigliose che comode"

    "Alle volte la conoscenza riverbera anziché illuminare. Altre volte c'è bisogno che la mente vi si abitui, come gli occhi che escono dal buio"

    "Nessuno è indispensabile e le idee sono sempre in movimento. Le menti possono essere spente per anni o per secoli, ma quando sono accese dalle idee rischiano di provocare un incendio che può diventare incontrollabile"

    Dello stesso autore:
    La città punita



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