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Genere: Narrativa

Trama:
Gesù di Nazareth è davvero risorto? Oppure il suo cadavere è stato misteriosamente occultato? Un sacerdote, non più giovanissimo, e una studiosa di letteratura antica indagano sulla veridicità di un papiro contenente una sconcertante confessione di Pontius Pilatus, che potrebbe minare la plausibilità delle testimonianze evangeliche. In un vortice di mistero e passione, tra desideri proibiti e sensi di colpa, questo percorso di profonda crescita umana e spirituale ci condurrà alle incerte origini della cristianità.

Recensione:
Un romanzo che potrebbe essere classificato come Demi-Noir, se questa categoria esistesse, nel quale un intreccio di storie di vita e di passioni terrene si accompagna al sentimento spirituale, giungendo al punto cruciale in cui l'amore sacro e l'amore profano si incontrano, si scontrano e si confrontano; il tutto è attraversato da un mistero che, se confermato e svelato, potrebbe far tremare le fondamenta di un intero sistema religioso. La narrazione inizia con la rappresentazione in toni pacati e realistici di umane vicende di ordinaria amministrazione, per diventare via via sempre più intrigante, complessa ed a tratti sconvolgente nella seconda parte del manoscritto, quella in cui l'ombra del dubbio e l'ipotesi di un segreto a dir poco inquietante si allargano. Il fumo del sospetto aleggia al di sopra delle fiamme ardenti di una passione tanto trasgressiva quanto ineluttabile, suscitando una vera e propria combustione emotiva nella mente del lettore. Nel complesso, il racconto è decisamente originale e meritevole di attenzione per la combinazione dei contenuti che propone.
La trama è strutturata in modo essenzialmente consequenziale, pur non mancando digressioni e regressioni. L'esposizione è piuttosto singolare, i capitoli sono brevissimi, a volte ridotti ad una singola pagina; una scelta che configura l'opera letteraria in modo tale da apparire molto prossima ad un diario. Come in un diario, la componente emotiva e dialettica ha un impatto predominante rispetto ai fatti narrati ed agli inserimenti descrittivi, che peraltro non mancano.
Lo stile dell'autore è moderno, estremamente essenziale e diretto. Riconosco alla penna di Gino Dondi il pregio di saper esaltare stati d'animo e sentimenti in modo tale da raggiungere il centro emozionale del lettore, mentre rimprovero il ricorso allo sproloquio che, secondo me, poteva essere risparmiato, soprattutto nel titolare un capitolo. Per contro, ho molto apprezzato la solennità degli inserimenti in latino ai quali è stato fatto ricorso. Il ritmo della lettura è moderato all'inizio, accelera rapidamente nella parte centrale del racconto per andare incontro ad un modesto rallentamento nel finale.
(Angelarosa Weiler)

Citazioni da questo libro:
"Non tutte le domande sono sensate e non tutte le domande sensate ammettono risposte"

"Mi sto allontanando troppo da me stesso, devo ritornare ad essere quello che sono"

"La morte è solo un momento di passaggio"

"La morte ci obbliga a fidarci di Dio"



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