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Siero nero
di Matteo Kabra Lorenzi

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    Casa Editrice: Publistampa - 536 pagine
    Formati disponibili: cartaceo




  • Genere: Biografia

    Trama:
    Kabra è il cantante e frontman dei "Sesto Elemento", rock band che da qualche anno ormai è protagonista assoluta della scena musicale nazionale. Nell'intrecciarsi delle vicende personali - che lo hanno visto sin da quando era bambino trovare nella musica un abbraccio consolatorio e una spinta motivazionale - con quelle della lunga, travagliata e ricca storia del suo gruppo, egli vedrà sconvolta la propria esistenza da una proposta irrinunciabile - per la sua emergente carriera da solista - della stessa casa discografica che ha sotto contratto la band. Da quel momento sarà roso dal tarlo della fama e del successo, e un vertiginoso vortice di menzogne e scelte sciagurate metterà in discussione l'intera esistenza del protagonista, fino a quando il castello di bugie crollerà definitivamente, scombussolando i fragili equilibri della sua vita e mettendolo definitivamente a nudo di fronte alle proprie responsabilità... Una storia di amori, amicizie, musica e vita. Un viaggio di trent'anni nei labirinti delle fragilità dell'uomo.

    Recensione:
    "Siero nero" di Matteo Kabra Lorenzi è un'autobiografia romanzata in cui l'Autore, Matteo, racconta di come sia diventato Kabra e dei suoi grandi amori: la musica e la sua band (i Sesto Elemento). Vent'anni di rock e sconforti sentimentali, concerti disastrosi e speranze disilluse, ambizione ed egotismo. Vent'anni di amicizia, amore e musica, vissuti in Trentino e in un'Italia che cambiava, dal 1988 ai giorni nostri.
    La vita di Matteo e dei diversi componenti del gruppo si colora di quattro parole stregate e più si è giovani, più è forte l'avidità di possederle tutte e farle convivere: amicizia, sogni, musica e amore.
    Amicizia è avere il proprio gruppo, è questione di orgoglio e appartenenza. Presenze quotidiane, personalità diverse ma con più di qualcosa in comune. Legami che uniscono vite, che a slegarle le rende incomplete, gli amici sono l'anima in ogni cammino. E' grazie a loro che si trova la forza di affrontare il mondo, di osare, di lanciarsi in progetti folli dall'esito incerto, sono una spalla solida a cui appoggiarsi sempre, anche quando qualcosa va storto: si condivide la delusione e si è pronti a ricominciare ogni volta da zero, non scoraggiandosi mai.
    Sogni: ci sono tanti tipi di sogni, più o meno grandi. Sogni di futuro, sogni di situazioni, sogni d'amore e di carriera. Bisogna sempre provare a cavalcare un sogno perché spesso si avverano anche i sogni più improbabili; i sogni infranti sono i più numerosi e poi il sogno non è mai eterno e appena sembra conquistato, svanisce, ma nel momento stesso in cui si materializza, è un'esperienza unica, l'illusione di avere ciò che più si desidera diventa concreta.
    Musica: tutti abbiamo una personale colonna sonora che accompagna azioni e periodi di vita. C'è sempre una canzone che ricorda un evento, una canzone che ci commuove. Bastano due note e subito affiora il ricordo. Tuffi nel passato. Passato scolpito da un brano. Tutte le storie più belle hanno il proprio brano.
    Ma oltre alla musica che si ascolta, c'è anche la musica che si fa: ispirazione, tastiera, chitarra, basso, batteria e via. Ma, ad un certo punto, il successo prende la testa, un cattivo consigliere, interessato più al proprio tornaconto che ad altro, come una sirena ammalia Teo-Kabra: la musica che crea è solo sua e parla di lui, il gruppo è acqua passata, il mercato non è più interessato. Ecco iniettato il siero nero del titolo, origine di un malessere che poco alla volta svuota il protagonista dall'interno, fino a che non cade nel baratro e lì in fondo si trova davanti a uno specchio dentro cui osservare se stesso e il suo cambiamento, le aspettative e le delusioni, la perdita dei legami più importanti, la parabola esistenziale condivisa e finita con una sconfitta, la sua.
    Amore: una vita senza un cuore che batte per qualcuno, oltre che per la passione musicale, non è una bella vita, è "zoppa", al contrario anche l'infelicità più nera può tingersi di rosa. L'amore cambia gli occhi, il modo di vedere le cose. Così Teo vive anni interi senza amore ma quando gli capita capisce quanto tutto cambi, quanto si fosse perso. Esplode una diversa creatività interiore che muta in base all'evoluzione dei rapporti, per esempio dal dolore, dal rifiuto nascono i sentimenti più forti e nobili. Quelli che si cibano di nulla e di speranze. Quelli che fanno stare in attesa, sempre col cuore in gola e le farfalle nello stomaco che Teo sente soprattutto quando "lei" gli sfugge o l'egotismo gli allontana la famiglia che si è costruito e spesso messa in secondo piano.
    Tutto questo è nel romanzo che scorre su due binari temporali ed in cui ognuno può, nel suo personalissimo percorso, trovare qualcosa di sé. Basta leggerlo con gli occhi giusti.
    Lo stile di Lorenzi è semplice, ironico e piacevole, regala una ventata della giovinezza anni '80, e nelle parti della contemporaneità diventa cinico quando il sogno svanisce, o meglio viene in un certo senso disintegrato.
    E' una lettura più che piacevole, che emoziona, trasporta e coinvolge. A ogni personaggio viene riservata una cura particolare; l'Autore riesce a far vivere in prima persona le sensazioni che prova Teo/Kabra, tra passato e presente in questo percorso in cui la biografia si mescola col racconto e i bei testi delle canzoni (non banali, mi ricordano molto lo stile di Banco, Orme e Area) che sono parte integrante della trama diventano essi stessi narratori della storia, in un intreccio di racconti e accadimenti biografici.
    Mi concedo una divagazione: ho ricercato video della band e di Kabra e devo dire che i Sesto Elemento mi sono piaciuti molto, un po' meno Kabra solista (mi è piaciuto il brano "Urlando silenzi" anche se un po' troppo vendittiano).
    Bel lavoro Matteo, è stato un piacere leggere ed anche ascoltare.
    (Luisa Debenedetti)

    Citazioni da questo libro:
    "Vorrei urlare che no, non volevo finisse così. Vorrei redimermi una volta per tutte ammettendo i miei sbagli, ma questo maledetto orgoglio che ci tiene legati alla convinzione di poter avere tutto sotto controllo non mi lascia libero di flettermi, neppure questa maledettissima volta."

    "Provare dolore è un esercizio al quale mi ero disabituato da tempo ormai. E non bisognerebbe mai perdere la confidenza con il proprio malessere, perché poi ti manca la bussola per poterti orientare di nuovo verso la riappacificazione con se stessi. Non è il dolore fisico, figurarsi. è quel qualcosa che ci scava dentro, sotto la pelle. E ora io sono un atleta che non si allena da anni."

    "A volte basta poco. Un sorriso, uno sguardo, e certe amicizie non hanno bisogno di troppe spiegazioni."

    "Mi piaceva constatare quanta efficacia avesse la musica nell'abbattere muri e distanze tra le persone, bastava un attimo, una scintilla e tutto si scioglieva grazie a questo incredibile mezzo di comunicazione universale, vera medicina per l'anima e il cuore."

    "Le emozioni più sincere e genuine scioglievano i confini del pudore, fluendo libere in un pianto disorientato. Nel sordo silenzio sgorgavano le domande più profonde, quelle che nello scorrere ripetitivo dei giorni non ci vengono mai a bussare."

    "Il mio universo, la mia intimità, le urla che mi si consumavano dentro trovavano sfogo in quella fessura dell'anima che si concretizzava in canzoni."

    "La musica è la cura. La musica è sempre la cura per ogni dolore, per ogni clamore, per riempire un silenzio o per silenziare un rumore assordante dentro di noi."



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