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Ventiquattro Rose
di Ferdinando Palladino

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    Casa Editrice: Pubblicazione indipendente - 193 pagine
    Formati disponibili: cartaceo e ebook




  • Genere: Amore e sentimenti

    Trama:
    L'amore s'origina negli uomini in modi diversi fra loro. Tutte le sue forme sono il risultato di ciò che ogni uomo si porta dentro, ogni desiderio ed ogni mancanza plasmano il loro modo d'amare e lo rendono diverso, lo rendono speciale. L'amore è un desiderio, un desiderio che come ogni altro nasce dalle mancanze che vivide sbocciano dentro di noi. Cosi sulla base di queste mancanze edifichiamo e costruiamo la nostra personalità e con essa il nostro modo di amare che, in qualche modo, identifica e dice di noi molte, forse troppe cose, che apparentemente celiamo anche a noi stessi. Ventiquattro Rose cerca di esporre ventiquattro modi di amare e con essi le mancanze da cui si originano, ma cerca di farlo con un linguaggio che è quasi poetico, essenziale. Non si tratta di un saggio, ma non si tratta nemmeno di un romanzo, proverà ad essere qualcosa di nuovo ma, che richiama all'antico. Quindi i protagonisti del libro sono tutti i lettori e gli uomini della terra, tutti gli amanti del mondo, con le loro mancanze, e i desideri che li spingono a cercare, a donare, a prendere, a rinchiudersi in sé stessi, a tradire, a combattere.
    ..."Ventiquattro rose è un'opera di difficile inquadramento, tanto che risulta più facile dire ciò che questo testo non è. Non siamo nell'ambito della narrativa, perché mancano dei veri personaggi e un serio tentativo di mettere in piedi una storia propriamente detta. Non siamo nell'ambito della poesia lirica, per quanto il linguaggio tenda all'aulico e per certi aspetti ricordi alcuni tentativi di prosa poetica. Potrebbe avvicinarsi all'ambito della filosofia, ma per quanto si tenti di definire cos'è l'amore, il linguaggio scelto tradisce un intento di questo tipo. Insomma, ci troviamo in una terra di mezzo tra vari generi, e questo non rappresenta certo un demerito, bensì un fattore d'interesse." -Il Comitato di Lettura della XXXII edizione del Premio Letterario Italo Calvino

    Recensione:
    Ventiquattro rose, ventitré sfumature di quella variegata cromia che è l'amore, destinate a fondersi in un ultimo fiore che le comprende tutte. Amori sani ed amori malati, amori innocenti e sublimi ed amori abusati, narcisismo e dipendenza affettiva, altruismo ed amore platonico contrapposti a gelosia, lussuria, passione e voluttà, persino l'amicizia, una forma di amore priva delle ali della passione, trovano spazio in queste pagine.
    L'autore ha scelto una forma espositiva piuttosto singolare. Le prime centotrentacinque pagine della sua opera descrivono il variegato roseto e tutte le sue inflorescenze con un linguaggio arcaico che si colloca a metà strada tra la prosa e la poesia. La comprensione dei contenuti dei capitoli appartenenti a questa prima parte richiede l'applicazione di una mente eletta, molto attenta ed estremamente sottile. La presentazione, a parer mio, risulta non solo metaforica, bensì piuttosto involuta; ciò determina la necessità da parte del lettore di compiere un notevole sforzo interpretativo per comprendere il significato sotteso alle complesse e sofisticate locuzioni che si susseguono. Devo confessare che, in alcuni passaggi, mi sono trovata nelle stesse condizioni nelle quali mi imbatto quando tento di decifrare un enigma. Nella seconda parte del manoscritto, l'autore dedica un breve capitolo ad ognuna delle ventitré rose che ha dipinto nella sezione precedente, enucleando in un ristretto numero di frasi la rivelazione del significato fondamentale delle sue elucubrate dissertazioni: altruismo, egoismo, bramosia, amore materno, amore filiale, libero amore, sensualità e così via. Ognuno dei fiori è associato inconfutabilmente ad una delle possibili componenti della manifestazione d'affetto, secondo la sua visione. Una impostazione sicuramente originale ed innovativa, la validità della quale sarà stabilita dal livello di accoglienza da parte dei lettori.
    L'opera è da intendersi come un trattato, pertanto è priva di una trama. Lo stile dell'autore è antico, rimanda ai classici del romanticismo dei secoli passati ed è quindi esente da ogni forma di volgarità.
    Nel complesso, il manoscritto si presta a ricevere attenzione da parte di lettori interessati a nuove forme di espressione letteraria e disponibili a decifrare un profondo lavoro di scavo emotivo compiuto dall'autore.
    (Angelarosa Weiler)



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