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Genere: Poesia

Trama:
Poesie che parlano di indifferenti e odiatori seriali, ma soprattutto di migranti, di emarginati, di donne e bambini/e vittime di violenza, di persone colpite da un virus letale e di altre che spendono la propria vita per contrastarne gli effetti e la diffusione, nel tentativo di suscitare delle emozioni che possano restituire nomi, volti e storie a chi è spesso considerato solo un numero o un'entità astratta.

Recensione:
"Versi Umani" è una silloge di Flavia Novelli che fotografa, di verso in verso, l'attualità, il nostro tempo fatto di violenza di ogni forma, di discriminazioni di genere, di carrette del mare, di una umanità migrante, col corpo o con la mente, verso luoghi altri, divisa tra ricchi e poveri, tra perbenisti e prostitute, tra sani e ammalati, tra chi si trova di qua o di là di un confine; è una poesia di analisi e di denuncia nutrita dalla sensibilità dell'autrice.
Ciò che mi ha convinta di questa raccolta di versi sono i contenuti e la struttura complessiva in quanto alle tematiche trattate. Ritengo importante che il poeta sia presente al proprio tempo, che la sua attenzione sia attiva per denunciare, come nessun giornalista o opinionista sa fare, i disagi della propria epoca in modo fulmineo: il lettore deve provare una scossa e in qualche modo svenire nella poesia e risvegliarsi con una visione della realtà decodificata proprio dallo spirito sapiente e puro del poeta.
La poesia in fondo è politica, parola il cui etimo e la sua stessa struttura, racchiudono il significato: la sfera pubblica e comune, nell'antica Grecia il termine era usato per definire ciò che appartiene alla dimensione della vita comune e non può non occuparsi degli affari umani; sia la poesia sia la politica sono affari umani entrambe, poesia e politica, sono protese ad armonizzare l'uomo nel suo stare al mondo fatto di relazioni, con se stesso, con le altre persone, con i luoghi in cui abita e vive le proprie necessità e speranze.
Per quanto detto, la poesia di Novelli è politica, perché è sociale, si occupa dell'uomo, essa guarda dentro e fuori dell'universo umano. Di più, la poesia dell'Autrice guarda, soprattutto, alle distorsioni, alle aberrazioni, indotte o spontanee, di un sistema sociale che sta raggiungendo il parossismo di insensati conflitti, non può tacere, cerca, con uno sforzo sfrontato, quasi impossibile (ma è necessario provarci) di dare voce al disagio di chi voce non ha perché perso nella massa, negli eventi, nella morte in mare, per le percosse (femminicidi o il caso di Stefano Cucchi) o per questo invisibile nemico che si è insinuato nelle nostre vite.
Tutte le composizioni sono dediche molto significative, l'assenza di titoli le unisce e ne rivela la natura: l'espressione del profondo e personale del disappunto, o meglio disgusto, della Novelli per la disumanità, dilagante, fredda e molto spesso ostentata attraverso i social, contro cui lei esercita il diritto di denuncia. Attraverso i suoi versi, l'Autrice cerca di farsi prossima a chi è più debole e indifeso, in qualche modo stabilisce un legame che annulli la solitudine o la dimenticanza del sacrificio di molti.
La sua voce è libera e fresca, mai ingessata nel denunciare i margini culturali e retorici di questa società che si è involuta in una spirale di violenza.
Non mancano tra i versi della Novelli anche lampi di cinismo e disincanto, rabbia più che solidarietà sociale, sarcasmo più che ironia, verso indirizzi politici, sociali e culturali molto attuali e pressanti.
Questa è la sua sfida, ed è una sfida che non si adagia sugli allori del "politicamente corretto" - e del suo prevedibile linguaggio - né ammicca troppo scopertamente a sinistra, come ha invece fatto spesso la poesia sociale del passato: sebbene da molte liriche si possa intuire l'impegno dell'autrice in direzione di battaglie da sempre condivise dal socialismo, si pensi alla tematica "femminile" o alle liriche dedicate all'immigrazione, è altresì vero che la poesia non appare mai organica all'"ortodossia", piuttosto si mostra complice dell'asprezza di una situazione o di un ragionamento e comunque è pronta al colpo a sorpresa, al rovescio del gioco, alla speranza che l'uscita dalla pandemia possa renderci migliori.
(Luisa Debenedetti)

Citazioni da questo libro:
"Le odorose gemme dell'umana pietà
sono cadute a terra
sepolte da uno strato di arida indifferenza
Abbiamo scelto di vivere senza
Abbiamo scelto l'assenza Abbiamo sradicato le radici e strappato le ali
Abbiamo scelto di non essere umani"

"Ci stiamo nuovamente voltando dall'altra parte svendendo al cinico offerente
la nostra umanità
in cambio di niente
niente"

"Prova a indossare
le vesti del perdente
e ad abbandonare
le tue comode certezze Prova a guardare
al di là del mare"

"Ci vedi arrivare
ma non ci guardi
quando non sappiamo dove andare
Ti fa paura la nostra miseria Siamo la peste nera
da scansare
maledire
odiare"

"(...) non c'era niente da capire
E infatti lei non capì
al primo schiaffo
E non capì neanche dopo quando arrivarono i pugni e i calci
Non capirono nemmeno i vicini
sentendo le sue urla
E non capirono i suoi bambini
quando la trovarono riversa a terra
Nessuno capì mai"

"Spalancheremo le braccia o a malapena ci saluteremo Come saremo domani quando tutto sarà cambiato Saremo più umani
o ancora più distanti?"



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