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Airam. La sindrome della bambola di legno
di Fabio Monteduro

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    Casa Editrice: Runa Editrice - 170 pagine
    Disponibile in formato cartaceo




  • Genere: Horror

    Trama:
    Airam è una storia d'amore. O almeno è ciò che sostiene Roberto, il protagonista di questo romanzo. Ed è persino vero, perché è l'amore per Maria che lo fa andare avanti anche di fronte a una realtà impossibile da immaginare neppure nei peggiori incubi. Airam è orrore ed è pazzia, una equazione tra il male e la malattia mentale, quando le variabili non sembrano negarsi a vicenda, ma diventano motivazione l'uno dell'altra. Airam è la storia di Roberto, un giovane come tanti: una laurea rinchiusa in un cassetto, una famiglia che si disgrega alla morte del padre e una relazione con una ragazza forse troppo bella e troppo altolocata per lui. Airam è la storia di una tossicodipendenza che porta il protagonista fin quasi alla morte; è una storia di violenza, di tradimenti, di famiglie disfunzionali. Ma anche una storia di persone buone che vivono per aiutare gli altri. Airam è la storia dove la follia, o una rarissima malattia, possono chiamare direttamente in causa il sovrannaturale, il diavolo stesso, per dirla tutta. Airam è soprattutto la storia dell'incontro tra Roberto e Maria, che da un sogno a occhi aperti, da cui non ci si vuole destare, diventa un incubo terribile da cui non ci si può svegliare.

    Recensione:
    Airam, titola questo romanzo di Fabio Monteduro.
    Airam, come Maria al contrario.
    Maria come la protagonista, la ragazza dall'impossibile sorriso all'ingiù.
    Questo di Monteduro è un horror ispirato da un fatto di cronaca vera, accaduto nel 2009, che rimane comunque un'opera scaturita dalla mente dell'autore.
    Una trama costruita come una spirale discendente che porta il lettore sempre più in basso, in un abisso oscuro e profondo, quello della follia più grande, più schiacciante, così fuori da qualsiasi controllo da sfociare nella possessione demoniaca. Ma c'è davvero differenza tra diavolo e pazzia? Una scrittura dal ritmo veloce, incalzante, che si può, a ragione, definire ipnotica ed ossessiva pur mantenendo sempre la correttezza dell'espressione linguistica, avvince il lettore che viene sedotto e poi incatenato alla trama.
    Scritto in prima persona dal protagonista maschile, Roberto, come una cronaca degli eventi da lui vissuti, ci porta prima di tutto nel mondo della tossicodipendenza, descritto senza veli e senza scuse, con tutto lo squallore che la droga riversa su chi ne è schiavo.
    Questa parte iniziale sembra dissolversi con l'avvento dell'amore, un sentimento potente che tutto può, ma che in questo particolare romanzo invece nulla può. E' un horror, non una dolce favola. Ed ecco che l'autore con regia magistrale spalanca le porte dell'abisso, continuando la sua storia ricca di colpi di scena, di tenebra, tra sogni premonitori e la storia di una famiglia che il destino e le circostanze hanno maledetto, dove non c'è salvezza, non c'è consolazione possibile nemmeno in un Dio immolato sulla croce per l'umanità.
    Personaggi tragici popolano questo romanzo breve che fa scendere brividi lungo la schiena, da non leggere durante le notti di temporale. Un'atmosfera creata ad arte, per un horror di gran classe.
    Consigliato a tutti gli amanti del genere, ma anche agli estimatori del thriller psicologico. Una lettura intensa donataci da un autore talentuoso.
    (Tatiana Vanini)



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