Logo Libri e Recensioni

Iscriviti alla Newsletter per ricevere GRATIS i nostri aggiornamenti.





Genere: Narrativa straniera

Trama:
Nei tre racconti, ambientati durante la prima guerra mondiale, il conflitto armato è allo stesso tempo specchio e origine di lacerazioni interiori, che si risolvono solo con la morte. La guerra non è mai spettacolo tragico o grandioso, e i soldati non sono mai eroi, ma semplici individui costretti a misurarsi con un destino ineluttabile. "La danza della morte" narra un'accesa contesa tra due soldati, decisa dalle pallottole nemiche che colpiscono entrambi a morte. "La catastrofe" mette in scena il conflitto di coscienza che il protagonista deve affrontare combattendo i suoi "fratelli" rumeni, a cui è legato per lingua ed etnia. "Itic Strul, disertore", capolavoro della prosa breve rumena, si interroga sugli obblighi e sul senso di appartenenza dei cittadini di fede ebraica a uno Stato nazionale che sembra escludere al suo interno ogni diversità.

Recensione:
"Eroi senza gloria", è la raccolta di tre racconti di Liviu Rebreanu, curata da Angela Tarantino che ne fa un'ottima ed esaustiva analisi e prefazione. Ritengo opportuno fare una premessa, fino a qualche anno fa, le principali tendenze relative alla presenza della letteratura romena pubblicata in Italia consistevano innanzitutto nel tradurre, prevalentemente, scrittori viventi rappresentativi della letteratura romena per consentire loro di partecipare agli eventi letterari più importanti, contribuendo in tal modo al loro rapido inserimento nel sistema occidentale di marketing culturale ed in secondo luogo pubblicare con case editrici cosiddette "di nicchia", piccole o medie, di solito specializzate in letteratura dell'Europa dell'Est, la cui politica editoriale è quella di creare ponti e aperture nelle frontiere letterarie per stimolare il dialogo tra le diverse culture. Quanto al genere letterario e alla tematica più diffusa, i libri pubblicati intendono generalmente 'raccontare' l'universo ex comunista con le sue caratteristiche e le sue problematiche attraverso i romanzi e i racconti dei più conosciuti scrittori appartenenti a questo spazio.
I volumi di autori romeni pubblicati costantemente ogni anno in traduzione italiana sono frutto dell'attività congiunta dei docenti di lingua e letteratura romena nelle università italiane, tra questi appunto Angela Tarantino, e della nuova generazione di traduttori di romeno, che con il loro lavoro tengono sveglio l'interesse di diversi editori italiani, grandi e più piccoli, verso la produzione letteraria di questo Paese.
Il tema centrale di questi racconti è quello della prima guerra mondiale. L'autore parte dall'analisi della vita rurale dei protagonisti, ed in tutti e tre i casi le tragiche conclusioni sono dovute a quella moralità distorta provocata dalla realtà della guerra.

Ne "La danza della morte" si contrappongono due personalità in antitesi: Haramu e Ion Boroiu, il primo ossessionato dalla paura di morire e il secondo spavaldo e duro, convinto che questo suo atteggiamento allontani la morte e le pallottole. In realtà, i due sono rivali, legati dall'amore verso la stessa donna, Ileana, la cui famiglia, per ragioni economiche, aveva dato in moglie ad Haramu. Entrambi hanno la Transilvania in quanto monografia spaziale, e rappresentano la gamma esatta dell'indagine psicologica dello scrittore che descrive processi sconcertanti e laboriosi con un'eleganza scevra da inutili orpelli narrativi. Il dramma personale parte dal villaggio e si estende verso la zona di guerra, dove la morte, giudice imparziale stronca la lotta fra i due.
La narrazione è ricca di figure retoriche, similitudini e metafore che coinvolgono gli uomini e l'ambiente. Questo non evita che il quadro della guerra sia dipinto a tinte forti che sicuramente non lasciano indifferente il lettore, anche la natura partecipa a questa "danza", il tintinnio delle foglie secche sotto il cielo plumbeo, lo scricchiolio della ghiaia e il rosso del sole che tramonta è visto come un'espressione di ira sopra le miserie umane.

Ne "La Catastrofe", il protagonista è David Pop, un uomo che "amava la vita quieta. Le ansie di qualsiasi tipo non gli erano mai piaciute." con queste parole inizia il racconto. Si delinea così subito il personaggio caratterizzato da una mentalità e dal desiderio di uno stile di vita tranquillo. Per questo è convinto di avere una grande capacità di adattarsi alla realtà, adottando un atteggiamento passivo e rifiutando di cercare problemi nella sua esistenza. In guerra si impone un principio che non può scuotere il suo sistema di valori: il dovere, in questo modo il personaggio conserva la sua mediocrità. Nella situazione limite - lo scontro diretto con i Rumeni - si trova di fronte al dilemma, David Pop vorrebbe rimanere un "piccolo uomo del dovere di Stato" nel culto della disciplina e del rispetto per le autorità austro-ungariche, sta combattendo l'esercito rumeno orgoglioso di fare il proprio dovere. Accetta la guerra cosa che gli assicurerebbe la sopravvivenza di questo tranquillo equilibrio, ma vuole anche trovare comprensione da parte del "fratello rumeno".
Gli altri personaggi, fungono da comparse e servono a costruire un'opposizione piuttosto schematica con il protagonista: Alexe Candale, il nazionalista sovietico, ed Emil Oprisan, il creditore del debito, rappresentano le opzioni antagoniste, ne sottolineano la difficoltà di scegliere.
David, il rumeno che combatte contro i suoi fratelli, dopo una feroce battaglia, è sorpreso dai soldati rumeni che chiedono compassione, il senso del dovere si incrina e fa trasparire la debolezza, la sua mente torna in Transilvania la percezione del tempo è internalizzata, dilata gli eventi e permette dilemmi, approfondimenti e lotta con il proprio carattere. Il linguaggio metaforico e le descrizioni della natura ci dicono che analisi psicologica e voce appartengono al narratore "Si stupiva di come per tanto tempo non si fosse accorto in quale tetro marasma viveva". La cattura della coscienza combina il punto di vista della voce narrante con il carattere interiore del personaggio. Così, l'osservazione oggettiva che registra le reazioni e il comportamento del protagonista è completata da tecniche di introspezione: il monologo interiore, la retrospezione generata dalla memoria soggettiva.
L'ultimo racconto "Itic Strul, disertore" rivela immediatamente la grande e fondamentale umanità del soldato semplice Itic, che nel villaggio di provenienza era soprannominato "il coniglio", dopo essere stato chiamato alle armi "ha fatto abitudine anche alla guerra, visto che l'essere umano si adatta a qualsiasi cosa", in battaglia si era distinto in diverse azioni, aveva spesso ricevuto parole di encomio e pubblico apprezzamento da parte del tenente che comandava la compagnia, sognava persino di ricevere una medaglia che avrebbe esibito per le strade del paese. Da due settimane il tenente è cambiato e Itic viene ignorato e spesso rimproverato duramente senza alcun motivo; ora si trova in marcia con il Caporale Ghioaga, i due sono amici ma è particolarmente silenzioso, Itic non conosce il motivo della missione ma questo silenzio, gelido come la neve in cui sono immersi, getta il soldato nello scoramento.
Le poche parole che si scambiano non fanno altro che peggiorare la situazione, Itic ha paura, è tornato ad essere "il coniglio". Quando Itic inciampa e cade in un fosso di neve, il caporale diventa più chiacchierone e inizia a parlare del passato, a questo punto Itic è talmente teso e impaurito che sospetta stia per ucciderlo, ma ha torto. Giunti in una radura il Caporale gli rivela di aver ricevuto l'ordine di ucciderlo ma, essendo vicino alle linee nemiche lo spinge a fuggire, a disertare e lo lascia solo.
A questo punto Rebrenau affida al buio, alla notte, il tormento di un'anima che di certo non è un eroe, ma ha una dignità che ha imparato a nutrire attraverso le umiliazioni e la guerra. Sarà la notte che consegnerà alla luce del giorno il corpo di un uomo, che ha scelto di non essere un disertore e che per il suo essere ebreo è vittima di quello sciovinismo razziale che mieterà milioni di vittime.
Liviu Rebreanu tende a dare un quadro preciso del mondo, con particolare attenzione a dettagliate fasi caratteristiche per spiegare alcuni processi di scavo morale.
La scrittura spesso diventa deprimente, ossessiva, tragica. Non meno vero è il fatto che a volte consuma la struttura psicologica dei personaggi in quanto la guerra, ha permesso la pratica dell'analisi psicologica sulla coscienza presa in situazioni di crisi.
(Luisa Debenedetti)



POTREBBE INTERESSARTI ANCHE





Il libro consigliato

Il libro consigliato

Iscriviti alla Newsletter...

newsletter ...per ricevere ogni settimana le ultime novità dal nostro sito.

Iscriviti qui!

Cerchi un libro?

Inserisci il titolo, parte del titolo o il nome dell'autore:



Norme sulla privacy