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I giorni della neve
di Francesco Casolo e Michele Freppaz

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    Casa Editrice: DeA Planeta - 187 pagine
    Disponibile in formato cartaceo e ebook




  • Genere: Narrativa

    Trama:
    Valle d'Aosta. In un albergo chiuso per la stagione, in un villaggio alpino a 1600 metri, due padri si incontrano a margine di una festa per bambini. Francesco è un uomo di città, con un'istintiva passione per la montagna, che ha deciso di trasferirsi per un periodo da quelle parti con sua figlia. Michele lassù invece ci vive da sempre, anche se il suo lavoro di nivologo, lo studio della neve, dei suoli montani e delle valanghe, lo ha portato in giro per il mondo. I due scambiano qualche parola, diventano amici, prendono a fare insieme delle passeggiate in alta quota: se per il primo è un modo per entrare in un universo di scienziati, alpinisti e montanari tutti accomunati dalla passione-ossessione per la neve, per il secondo è l'occasione di condividere l'amore per un mondo, il suo, che nello stesso giorno può essere tanto paradiso di bellezza quanto nemico spietato. Perché la neve è molto più di un paesaggio imbiancato o di una pista da sci: è qualcosa di vulnerabile e potentissimo, è libertà, memoria, pace, pericolo. Unendo osservazione scientifica e vita quotidiana, nostalgia e spirito d'avventura, incanto romantico e fotografica descrizione di questi meravigliosi ambienti naturali, Casolo e Freppaz ci regalano uno sguardo ampio e non idealizzato su ciò che la montagna oggi è realmente. Senza mai dimenticarsi di quei fiocchi che, mossi dal vento, calano a terra raccontando sempre nuove storie.

    Recensione:
    All'inizio, sembra che i protagonisti di questo romanzo siano due uomini, due padri che si incontrano ad una festa per i bimbi che frequentano l'asilo di un borgo di alta montagna. Francesco è un cittadino del mondo, pervaso da un amore istintivo per i monti; lassù ha trovato la sua dimensione. Michele in montagna è nato e cresciuto; si allontana dai luoghi natii solo per consumare un grande e consapevole amore per l'ambiente montano, per conoscere cime e suoli di paesi lontani e per trasmettere agli altri le proprie conoscenze. Proseguendo nella lettura, si comprende ben presto che la vera protagonista del racconto è la neve.
    La neve è vissuta e descritta non come un fenomeno atmosferico, così come la maggior parte degli esseri umani è abituata a considerarla, bensì come una creatura vivente. Una creatura fragile, vulnerabile, cangiante e per questo destinata a non annoiare mai. Una creatura precaria, che nella sua discesa dalle impalpabili nuvole verso la terra compie un viaggio con destinazione ignota. Un viaggio difficile sin dall'inizio, per le grandi turbolenze in quota, per le bufere di vento. A seconda delle condizioni ambientali al contorno, il cristallo di neve si ritrova ad assumere mutevoli sembianze: fiocchi grandi e pesanti oppure finissimi. Precipitando, il cristallo di neve ingloba tutte le specie chimiche che incontra. Proprio in questo consiste il suo fascino: la neve non è mai uguale, da un giorno all'altro, da un'ora all'altra, da un versante all'altro della stessa montagna. La neve è protettiva come una madre, accudisce l'ambiente naturale che ricopre, nutre e difende i suoli ed alimenta altri organismi viventi, di gran lunga meno soffici e delicati di lei: i ghiacciai. La neve è inevitabilmente destinata a seguire un percorso in discesa. Dal cielo alla terra, per compiere il proprio delicato e materno compito nei confronti della superficie terrestre. Dall'alto al basso, con la violenza e la drammatica potenza distruttiva della valanga, per trascinare con sé alberi destinati a divenire legna da ardere e liberare porzioni di terreno dal quale spuntano i germogli che soddisfano la fauna selvatica. La neve, un essere osservato con rispetto dagli abitanti delle montagne, i quali edificano le proprie installazioni laddove è meno probabile che la bianca signora si presenti nella sua forma aggressiva e temibile, la valanga, utilizzando le terre protette in inverno dal candido manto ed irrigate in estate grazie ai rivoli che provengono dai nevai. Il tutto in una rispettosa simbiosi tra esseri umani ed ambiente.
    La neve, messaggera venuta dal cielo. Con l'aiuto dei comprimari di questo romanzo, ovvero i ghiacciai, i boschi, le rocce, i terreni e la vegetazione spontanea che li ricopre, svela agli osservatori le prove inconfutabili delle manipolazioni dell'uomo sull'ambiente e delle loro conseguenze sul clima. Particolarmente pregnante è la descrizione dei fenomeni di espansione e ritiro dei ghiacciai.
    La neve, creatura munifica, ha regolato i ritmi di vita e di lavoro dei popoli della montagna, offrendo loro la possibilità di coltivare ed allevare garantendo la sussistenza, poi si è trasformata in "oro bianco", prestandosi alla creazione degli impianti sportivi che hanno innescato la diffusione del turismo invernale di massa, apportatore di abbondanza laddove la penuria era una consuetudine.
    La neve, entità discriminante: amica silenziosa e discreta di chi la ama e la rispetta, nemica rude ed implacabile di coloro che inconsapevolmente la offendono con una condotta scriteriata ed esibizionistica. Libertà e pace sono il dono che lei offre ai primi, pericolo e violenza la ritorsione subita dai secondi. Francesco e Michele passeggiano, chiacchierano, scambiano le loro esperienze di uomini, di studiosi e di padri muovendosi intorno a lei, la neve, in queste pagine ricolme di poesia, ma anche di informazioni preziose per tutti coloro che amano l'ambiente naturale ed auspicano l'avvento di un'era in cui i ritmi suggeriti dalle stagioni, il rapporto dell'uomo con gli altri esseri viventi e con la terra possano ricevere maggiori e più significative attenzioni. Alle loro voci, si uniscono a tratti quelle di altri uomini di montagna, di altri studiosi, nonché le memorie di personaggi ormai scomparsi che hanno testimoniato in vita il loro amore per la protagonista principale di questo romanzo. Bellissime, a volte struggenti, le accurate descrizioni dei paesaggi e delle visioni che i due uomini incontrano nei loro percorsi.
    (Angelarosa Weiler)



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