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Leonardo e la morte della Gioconda
di G. P. Rossi

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    Casa Editrice: DIARKOS - 240 pagine
    Disponibile in formato cartaceo e ebook




  • Genere: Romanzo storico

    Trama:
    Un manoscritto creduto perduto e misteriosamente ritrovato, due storie legate tra loro. Salai, discepolo indisciplinato di Leonardo, violento e ladro, si trova suo malgrado a investigare insieme al maestro sul misterioso avvelenamento di Bianca Giovanna Sforza, presunta modella della famosa Gioconda. Circondati da situazioni oscure e magiche, la loro avventura si dipana in una Milano del 1496, descritta in modo accurato, con i suoi Sestieri e Contrade e in mezzo ai suoi meravigliosi Navigli. Leonardo e Salai scopriranno che dietro a tutto vi è lo zampino della Francia, con il preciso intento di spodestare il Moro e di entrare a Milano, cosa che avverrà nel 1499. A causa di ciò, Leonardo sarà costretto a fuggire e, dopo mille peripezie, dovrà rifugiarsi nella stessa Francia con il suo nuovo discepolo, Francesco Melzi. Qui la Gioconda, ovvero il dipinto di Bianca Giovanna Sforza, sarà la chiave di tutti i misteri, al centro dei quali vi sarà l'oscura presenza della strega Arima, che continuerà a tormentare Leonardo fino alla mortale resa dei conti.

    Recensione:
    "Leonardo e la morte della Gioconda" di G.P. Rossi è un giallo/thriller ambientato nel '500. Nella prima, e più corposa, parte siamo nella Milano di Ludovico il Moro e poi nella Francia di Francesco I.
    Confesso che, inizialmente, sono stata attratta dal titolo, dissacratrice per natura (non ho mai amato la Gioconda e quel suo sorrisetto che io vedo come uno sbeffeggio nei confronti di chi la guarda) mi ha intrigato molto pensare alla sua morte.
    Nelle prime pagine la prosa mi ha lasciata perplessa, stupita per la banalità che affiorava attraverso la ridondanza delle descrizioni, in seguito mi sono ampiamente ricreduta.
    Il romanzo è basato sulla trascrizione di un antico manoscritto, ritrovato in soffitta dal narratore che ne cura l'introduzione e l'epilogo, opera di Gian Giacomo Caprotti e di Francesco Melzi, entrambi discepoli di Leonardo.
    Proseguendo nella lettura, la prospettiva cambia: si ha la sensazione di essere attratti all'interno di un video game, in cui gli eventi si dipanano attorno a importanti personaggi storici e ad altre figure nate dalla fantasia dell'Autore ma perfettamente calate in una ricostruzione minuziosa degli ambienti e della società dell'epoca. Leonardo, è rappresentato nelle vesti insolite di detective impegnato in un'investigazione che porterà alla luce trame e complotti che potrebbero perfettamente esser cosa, mutatis mutandis, dei giorni nostri.
    Il susseguirsi dei quadri narrativi, le apparizioni repentine e improvvise della strega Arima a sottolineare l'aura di esoterismo che avvolge la figura di Leonardo, la diversità delle narrazioni da parte dei due allievi che si contesero l'affetto del maestro, mette in luce i rancori, le gelosie, le piccole e grandi invidie che avvelenarono i loro anni accanto a Leonardo. Francesco Melzi e Gian Giacomo Caprotti non avrebbero potuto essere più diversi: gentiluomo il primo, di umilissimi natali il secondo. Il primo istruito, il secondo rozzo e incolto; il primo devoto senza riserve e fino alla fine al maestro, il secondo, che Leonardo ribattezzò Salaì (come il diavolo del Morgante di Luigi Pulci), ignorante, vizioso e geniale giovanotto riccioluto, ladro, bugiardo, ostinato e ghiotto.
    Nessun dubbio, il romanzo scorre veloce, il lettore ora è Salaì poi diventa Francesco e costantemente presente la genialità di Leonardo in tutte le sue sfaccettature; non di poco conto è l'accuratezza delle ricerche unita ad una facilità di lettura e comprensione.
    Verità e fantasia ottimamente collegate che regalano una lettura piacevolmente divertente che è tutta da scoprire e mette in gioco un'ipotesi sull'identità misteriosa della Gioconda.
    (Luisa Debenedetti)



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