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Triality show. Giuria impopolare
di Davide Schito

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    Casa Editrice: Dbooks.it - 168 pagine
    Disponibile in formato cartaceo e ebook




  • Genere: Fantascienza

    Trama:
    #TheJury è il primo triality show della storia, il culmine di un cammino politico e sociale guidato da una forza politica che si prefigge di abbattere le istituzioni ormai logore di un sistema dominato da abusi e corruzione. Adesso, grazie a un programma televisivo, la giustizia è nelle mani del popolo, chiamato a decidere se Stefano Longhi, anonimo maestro elementare, è davvero un mostro capace di atti innominabili oppure un povero uomo innocente. E così, mentre di fronte alle telecamere si avvicendano i testimoni, ognuno con la propria porzione di verità, dall'altra parte dello schermo milioni di spettatori - il dito appoggiato sul telecomando - sono pronti a emettere la loro inappellabile sentenza. "Triality show" è un romanzo che disegna un futuro prossimo dove la giustizia è amministrata in prima serata e la verità è una questione di share. Un futuro forse più vicino di quanto non vogliamo credere.

    Recensione:
    Un giallo, un romanzo sociale, un libro di fantascienza e uno scritto di denuncia. Tutto questo è "Triality show"
    Davide Schito ci porta in un futuro prossimo, tra quattro anni, e mentre gli IPhone sono arrivati al numero 12 e la tv si fa su internet, anche i processi subiscono una svolta: per la prima volta saranno in televisione, mentre giudici, avvocati e giuria saranno il pubblico.
    In una società che si conosce sui social, che segue con passione i reality, che decide nei salotti o sui giornali chi è colpevole e chi no, il passo del processo gestito solo dal popolo è un futuro spaventoso, ma possibile.
    L'autore comincia descrivendo il caso, il crimine, anzi riportandone l'articolo del giornale. Da qui alterna i pensieri dell'accusa alle testimonianze nel processo reality e le vicende di alcuni telespettatori.
    Una costruzione del romanzo a 360 gradi che mostra con orribile concretezza cosa può essere da qui a qualche anno: testimoni che soccombono al quarto d'ora di celebrità parlando di loro stessi, dei loro problemi, relegando in poche parole inutili il tema centrale, ovvero la vittima e colui che è accusato. Gli spettatori non sono da meno. Presi dalla loro quotidianità non ascoltano, non si interrogano e votano con la facilità di un gesto consueto, schiacciando un tasto del telecomando o dello smartphone, inconsapevoli e incuranti di decidere il destino di un uomo.
    E il presunto colpevole? Incapace di concepire una simile bagarre, impossibilitato a qualunque difesa, osserva annichilito il decidersi del suo destino. Con questa struttura, e grazie ad una scrittura fluente che incatena una parola all'altra in modo suggestivo, "Triality show" si rivela un romanzo innovativo di grande interesse, capace di calamitare l'attenzione del lettore e di far porre domande che sfociano in considerazioni da brividi come il miglior thriller.
    E' davvero democrazia lasciare tutto in mano ai cittadini, senza preparazione, motivazione e controllo?
    E' sintomo di evoluzione condannare o assolvere qualcuno lanciando occhiate distratte allo schermo mentre al bar si sorseggia un drink?
    E' giustizia non basarsi su prove oggettive ed indagini?
    L'accusato è colpevole o innocente? Ma poi interessa davvero?
    Consigliato a chi ama usare la testa, farsi un'idea ragionando e vagliando le informazioni. A chi ai reality preferisce una biblioteca. A chi legge e pesa ogni suo gesto, anche quello di premere un tasto.
    (Tatiana Vanini)



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