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Infanzia
di Jean-Jacques Sempé

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    Casa Editrice: 21lettere - 272 pagine
    Formati disponibili: cartaceo e ebook




  • Genere: Arte

    Trama:
    In questa appassionante intervista che accompagna i disegni del grande vignettista francese, si parla dell'infanzia secondo Sempé, a partire dalla sua, da giovane bordolese occupato a "salvare le apparenze", a cercare un mestiere e a cercare di piazzare i suoi disegni sui giornali. L'autore confida anche: "mi è capitato, qualche volta, di essere ragionevole, ma mai adulto." Sta al lettore verificarlo, col sorriso sulle labbra. I numerosi disegni di questo libro, in maggior parte inediti, ricordano con dolcezza la felicità della spensieratezza.

    Recensione:
    A un anno dalla scomparsa del grande artista, fumettista e disegnatore francese, 21Lettere gli dedica un nuovo albo, molto particolare, intenso, profondo, con sempre presenti i disegni.
    Cos'ha di ancora più speciale rispetto alle precedenti, quest'ultima pubblicazione dedicata a Sempé? A renderla un libro da leggere, oltre che da guardare, è la lunga, esaustiva intervista che lo caratterizza: una chiacchierata a cuore aperto, senza veli e sincera tra l'artista e Marc Lecarpentier.
    Quest'opera è un viaggio nella vita di Sempé e leggere le sue parole, i ricordi, le esperienze, alza un velo sulla sua produzione artistica, mostradoci scorci inediti a carattere interpretativo.
    Dove prima vedevamo l'allegria, le risate, l'attenzione ai dettagli e la cura, lo sguardo acuto capace di ricreare sul foglio, con tratti essenziali, momenti profondi e affatto scontati, permettendoci di ragionare, ora vediamo altro, andiamo oltre, rendendo anche le vignette più conosciute, inedite.
    Non è cambiata la matita di Sempé, siamo noi che, con la maggior conoscenza data dai suoi racconti, siamo in grado di vedere con sguardo nuovo.
    Sempé non ha avuto un'infanzia facile, per nulla, ma quanta forza ha trovato in sé. E' sempre stato un bambino attento a ciò che lo circondava, molto sensibile, dotato di una fantasia vulcanica, di un'intelligenza fuori dal comune adattata al vivere, al sopravvivere, con ben chiara l'idea che, dal limbo in cui era impantanata la sua famiglia, lui voleva uscire.
    Ha conosciuto la tristezza, ha scelto la gioia. Ha assaporato le lacrime, sapendo che da queste poteva sempre scaturire un sorriso. Ha deciso di camminare verso la felicità, sapendo bene cos'è vivere nella sua assenza.
    Sempè era un filosofo, un uomo particolare, con un pensiero che usciva dagli schemi, ricreava la realtà per restituirne la verità. Già lo ammiravo, ma dopo aver etto queste pagine interessanti, curiose e davvero toccanti, ho di lui un'idea ancora più alta.
    La sua produzione è stata tanto influenzata dalle esperienze, sono le sue parole a svelarne il mistero, lasciandone immutata la magia, anzi, innalzandola. Vediamo il disegno di una bambina che piange, di un gruppo di bimbi annoiati, di un ragazzino seduto da solo sulle scale sotto un lampione, e abbiamo gli strumenti per scendere in profondità, con commozione, un sorriso e un cenno di assenso.
    Questo albo è una vera celebrazione, un regalo fatto in primis ai lettori, che mette Sempé grande tra i grandi, uomo rimasto bambino, magari non proprio contento di ciò, ma accettandosi.
    Mi sono divertita a leggerlo, ho pensato, mi sono soffermata e la commozione ha fatto capolino tra le risate. In modo dolce, come una carezza, ho salutato l'uomo a l'artista che, per me, resterà per sempre come nell'immagine che si trova a pagina 111. Io ricorderò Sempé così, sapendo di poterlo sempre ritrovare nei suoi disegni e nelle sue parole.
    "Infanzia" parla a ogni lettore, ci fa vivere Sempé, essere Sempé, capire Sempé.
    In queste pagine si scopre lui e ritroviamo qualcosa di noi: è un'opera da conservare.
    (Tatiana Vanini)

    Citazioni da questo libro:
    Gioia! Era ciò che cercavo, la gioia prima di tutto.

    Sognavo di divertirmi, sognavo di essere allegro. Se i miei compagni di scuola non conoscevano la mia vita privata, andava bene. Dal momento in cui veniva a galla un po' della mia vita privata, non andava più bene per niente.

    La verità non mi infastidisce, ma la realtà sì. La realtà non è che l'apparenza della verità.

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