Genere: Thriller

Trama:
Il professor John Glynn, scienziato di fama mondiale, è al lavoro su una speciale sonda geofonica, SismoTime, che ascoltando la voce del nostro pianeta - i movimenti nelle profondità della crosta terrestre - sarà in grado di prevedere ogni tipo di terremoto con grande anticipo salvando milioni di vite umane. Nel momento in cui presenta la sua invenzione alla stampa, John Glynn è una stella del firmamento accademico, ma nessuno sa che la causa scatenante di quella ascesa straordinaria ha una precisa data di nascita: il 19/04/1990, quando, poco prima dell'alba, suo padre Liam Glynn - il grande eretico delle scienze geologiche degli anni Ottanta - scompare nell'esplosione di una miniera in Belgio insieme alla sua squadra di estrattori. Da quel tragico giorno sono trascorsi trent'anni e per John la memoria di quel tempo si è polverizzata in un oblio nebuloso. Almeno finché la sua famiglia non si trasferisce nella casa che affaccia sulla fiabesca Civita di Bagnoregio, la città che muore. Da quel momento una serie di eventi straordinari - la scomparsa di una sonda nei boschi di Civita, l'apparizione di un poliziotto con una VHS appartenuta a suo padre, gli sms che riceve da vecchi compagni di scuola e quella voce che abita i suoi incubi, notte dopo notte - sconvolge la vita perfetta del professore. Come se con un gesto magico avesse spalancato un abisso da cui affiorano pezzi di un mosaico spaventoso, John si ritroverà a fare i conti con un passato sepolto sotto gli strati di un peccato originale antico quanto è antico il mondo. Perché nel bosco dell'infanzia si nasconde il segreto più spaventoso. E' lì che ci aspetta. Ed è lì che lo ritroveremo.

Recensione:
Un thriller avvincente, che monta col passare della pagine, sconvolgente come un terremoto che sorge dal profondo. "L'uomo del bosco" si apre nel passato, con una ricerca che porta lacrime, inizia nel presente con la notizia di una nuova tecnologia e con un uomo in carcere che rompe un silenzio di anni, prima di scomparire.
Tre eventi del tutto slegati, tre increspature sullo stagno della vita che produrranno un unico evento imperdibile.
Zilahy torna al pubblico con un libro abitato da nuovi personaggi, rispetto alla trilogia precedente, dove l'oscurità dentro ogni uomo e donna coincide con l'oscurità delle profondità abissali racchiuse nel cuore della terra. Palpiti che battono da soli in apparenza, ma in sincrono per connessioni invisibili quanto potenti, per regalarci un romanzo dal ritmo in crescendo.
La scrittura dell'autore è una miscela esplosiva di luce e tenebra, di dati certi e scientifici e di storie del passato che risalgono dal mito, echi del tempo che furono, fluida e carica di passione, a tratti pare la voce di un dio pagano, affascinante, pericoloso, magnetico e imperscrutabile.
C'è incertezza nell'approcciare i primi capitoli, per precisa volontà di chi scrive è impossibile cogliere il quadro d'insieme. Cenni diversi che portano il seme della curiosità, ma che sbocceranno grado per grado, solo quando i tempi saranno maturi.
Scoprire al contempo i personaggi è un viaggio verso la conoscenza di anime che hanno sofferto, che racchiudono dentro un dolore più o meno consapevole. Tutti conoscono la sofferenza, tutti devono riappacificarsi coi loro ricordi, alcuni poi i ricordi li devono addirittura riscoprire. Sono figure profonde, sfaccettate, uniche e particolari, verso le quali ci sentiamo attratti e ne ricerchiamo con voglia il mistero.
Sempre più incalzante e necessaria si fa la lettura, man mano che ci addentriamo nell'opera, scoprendo suggestioni e segreti a lungo celati, negati.
"L'uomo del bosco" è la storia di anime spezzate dall'indicibile; è il racconto dei sacrifici assoluti che si compiono per dedizione. C'è amicizia e lealtà, menzogna, avidità e tanto amore, perché solo quando questo sentimento è forte e si scontra con interruzioni brusche e definitive la mente va in pezzi, lo sguardo si fa acuto e il genio rasenta la follia arrivando ad intuizioni incredibili.
Un'opera che mostra tanta intimità umana, e al contempo racconta l'intimo della Terra, di questo pianeta straordinario, che ci proietta al di fuori di lui negandoci l'accesso al suo nucleo. Cosa ci sia al centro della Terra nessuno lo ha mai visto, ci sono solo ipotesi frutto di dati e calcoli. Zilahy solleva una zolla per condurre la nostra attenzione a ciò che sta sotto i nostri piedi, a chilometri e chilometri di distanza non in su, non in là, ma in giù, sotto le montagne, le città, i laghi. E crea per noi connessioni pregevoli, stimolanti, in un thriller che è suspense e ricerca, brivido di azione e scintilla intellettiva.
Abbandonare il romanzo da un certo punto in poi è impossibile, è urgenza ossessiva del lettore e dei personaggi, che raggiungono la necessità di portare in superficie la verità rimasta invisibile per trenta lunghi anni.
"L'uomo del bosco": da lui dovresti scappare, il mio consiglio è di lasciarvi catturare. Addentratevi tra le sue pagine.
Consigliato!
(Tatiana Vanini)


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