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Le streghe bruciano al rogo
di Maria Letizia Grossi

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    Casa Editrice: Giunti Editore - 264 pagine
    Formati disponibili: cartaceo e ebook




  • Genere: Thriller

    Trama:
    Piove a dirotto il giorno in cui la scrittrice Eugenia Ortesi si presenta al commissariato di Firenze per denunciare il ricevimento di una strana cartolina minatoria. Da un lato lo scorcio di uno sconosciuto paesino dell'Irpinia, Ripalta, e dall'altro la frase "le streghe bruciano al rogo". L'immagine non avrebbe detto niente a nessuno se non fosse che sia la Ortesi che la commissaria Bardi sono cresciute da quelle parti. E poi quelle parole... la Bardi è sicura di averle già sentite. In effetti, nel dossier di un omicidio accaduto a Ferrara, è stato ritrovato lo stesso messaggio, la vittima morta in un terribile incendio. Che ci sia un collegamento? Potrebbe essere solo un falso allarme ma la commissaria ha un brutto presentimento e negli anni ha imparato a fidarsi delle sue intuizioni. Dal canto suo, invece, la scrittrice tende a sminuire l'importanza della minaccia ricevuta: sì, è vero, nella sua famiglia a Ripalta c'era una donna che veniva additata come strega, ma ormai sarà morta e poi lei non l'ha mai conosciuta... Eppure ci sono troppe coincidenze per un posto così piccolo.

    Recensione:
    Le streghe bruciano al rogo di Maria Letizia Grossi è un italianissimo e gradevole thriller che, tuttavia, tratta temi molto seri, relativi alla condizione femminile, guarda al passato e al filo rosso che lo lega a fatti recenti; la trama si dipana tra un passato recente e misterioso ed uno moderno che ne subisce determinate scelte, due omicidi, apparentemente non collegati, e l'annuncio di un terzo. L'ambientazione è inizialmente Firenze, quindi Ferrara, ma principalmente è Ripalta, paesino immaginario dell'Irpinia, i cui boschi circostanti e la miniera di zolfo, sono immagini ricche di dettagli ma piene di sensazioni psicologiche.
    Una misteriosa cartolina, forse l'unica di Ripalta, con la frase riportata nel titolo come messaggio, crea collegamenti e una suspense psicologica, molto rara nel panorama del giallo attuale, dettata dal coinvolgimento che l'autrice riesce a costruire con il lettore.
    L'ispettrice profiler Valeria Bardi, protagonista del romanzo, è una donna procace, dai capelli rossi, che non si cura della linea, anzi, è una buona forchetta ed esce dallo stereotipo della protagonista perfetta e inappetente; così il lettore si trova di fronte a una personalità autentica che lo tranquillizza ispirandogli fiducia. Al fianco di Valeria c'è l'ispettore Manuele Belgrandi, che ne è attratto, è sempre sul punto di dichiararsi e che si amalgama perfettamente al carattere ruvido di lei creando una bella sinergia. Valeria è l'immagine della donna forte, che si piega solo davanti alla sua vita, non è uno dei soliti personaggi da giallo, ma il dettaglio psicologico che ne fa l'Autrice ne fa innamorare, è una donna forte di fronte al mondo ma privatamente debole. Valeria è il potere, la voglia di chiarezza e la necessità di giustizia, ma allo stesso tempo è fragilità.
    Altra protagonista è la scrittrice Eugenia Ortesi, l'opposto di Valeria, opposto che entra in conflitto con lei perché ritiene di non aver bisogno della sua ala protettrice. Eugenia è un altro personaggio del romanzo che conquista anche in forza del suo albero genealogico.
    Il forte aspetto psicologico del romanzo dà subito un'altra chiave di lettura, quella che cattura e avvinghia nella ragnatela della ricerca della verità.
    Le tematiche di fondo del romanzo sono attuali: femminismo, emancipazione, presa di coscienza, tematiche che hanno riguardato, in tutti questi anni, principalmente le donne, mentre gli uomini sono rimasti, nel migliore dei casi, perplessi e spaesati, quando non sono arrivati a tragici eccessi. In ogni situazione e in ogni momento della nostra vita quotidiana sopravvivono tracce di quel maschilismo, che si sta rivelando incredibilmente duro a morire: arriva sempre un momento in cui l'uomo viene "prima". E, c'è da scommetterci, non sono pochi i maschi per cui lo slogan "tremate, le streghe son tornate" rappresenta una sorta di ossessione.
    Chi sono oggi le streghe? Donne indomite che non accettano condizionamenti e decidono di testa loro del proprio destino, sottraendosi all'autorità maschile che le vuole sottomesse e remissive, come il personaggio chiave di Eva settant'anni fa. Il ruolo di Valeria Bardi è quello di far combaciare tante tessere contraffatte, come accade spesso nelle storie familiari, per questo si rivolge a figure di anziane, con il rischio di ascoltare voci che si contraddicono. La figura misteriosa di Eva cosa rappresenta? Una guaritrice? Una strega nell'accezione medievale? Oppure una donna capace di convogliare le menti dove lei desiderava per favorire il bene di qualcuno? Era quella che si definiva mammana, capace di "leggere" i movimenti fatali della vita: nascita, desiderio di vita e di morte, attraverso simboli? Il cardellino che compare all'inizio è il simbolo della ricerca del bene e fa propendere verso la positività, come per la scrittrice Anna Maria Ortese (non a caso quasi omonima di Eugenia). Infatti sono molti i riferimenti letterari presenti nel testo, da Petrarca a Pavese con un accenno anche a Dante. La scrittura è fluida, i discorsi sono inframmezzati da frasi in dialetto, poi abilmente spiegate, questo metodo narrativo può sembrare sulle prime una faciloneria, una specie di spolverata di gusto folcloristico per nascondere pecche strutturali che, in realtà non ci sono, e l'uso di un italiano "impuro" rende più precisa ed armoniosa l'intera struttura grammaticale del libro; intendendo con grammaticale non solo la struttura sintattica delle frasi ma il metodo con cui si viene a creare un tessuto armonioso che riesce a descrivere vezzi e caratteri dei personaggi quasi solo attraverso il modo di parlare.
    Splendida scelta l'esergo:
    "Alle donne maltrattate e uccise, alle donne che riprendono in mano la loro vita." che racchiude il senso intimo della storia.
    In conclusione, un libro al femminile, da innamorarsene dalla prima pagina fino all'ultima, che va ben oltre il genere thriller perché possiede un'anima bella e, come le donne, mostra fragilità, forza e determinazione.
    (Luisa Debenedetti)

    Citazioni da questo libro:
    "Un paese vuol dire non essere soli, l'aveva letto nelle pagine di Pavese e capito solo dopo essersene andata. Lei, certo, in paese non avrebbe voluto viverci sempre, aveva bisogno di conoscere altri posti, di guardarsi intorno. Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via."

    "Il compito del marito è tenere a freno la donna ribelle, farla restare al posto che le compete secondo le leggi della natura e degli uomini."

    Della stessa autrice:
    L'ordine imperfetto



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