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Il segreto dell'antiquario
di Roberto Carboni

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    Casa Editrice: Newton Compton Editori - 320 pagine
    Formati disponibili: cartaceo e ebook




  • Genere: Giallo

    Trama:
    Anni Ottanta. Elia Morosini Arconati è un ex musicista e direttore d'orchestra. Dopo anni di grande successo, una grave forma di schizofrenia lo ha costretto a ritirarsi, e adesso vive a Bologna, dove ha un negozio di antiquariato. Ma questa non è che la facciata. In realtà, Elia è un serial killer. Una volta individuate le sue vittime, si insinua sempre di più nella loro vita, arrivando a vivere di nascosto in casa loro per poi – quando non riesce più a sostenere la tensione provocata da questo "gioco" – ucciderle. E riprendere la propria normale esistenza. Fin quando un nuovo, incontenibile impulso non lo porta a ricominciare. In città, questi omicidi sono attribuiti al "Mostro di Bologna", sulle cui tracce si mettono ben presto magistrati, investigatori privati e, soprattutto, una medium, Madame Thérèse. Le pagine di Roberto Carboni trascinano il lettore dentro la mente di un assassino, attraverso i meandri del male, risucchiandolo in una storia inquietante e senza redenzione. Sembra un uomo qualunque, ma la sua vita nasconde dei segreti mostruosi.

    Recensione:
    Un giallo che comincia subito, con una scena che prende allo stomaco e coinvolge la mente; "Il segreto dell'antiquario" è un romanzo dinamico offerto al lettore dal punto di vista unico dell'assassino.
    Nessun mistero sull'identità del colpevole, anzi la trama è un seguirlo passo passo nelle sue azioni, nel labirinto dei suoi pensieri, per scoprirne pulsioni, passioni, motivazioni. In una concezione che all'apparenza sembra già chiara, è incredibile quanto l'opera sia coinvolgente, ricca di tensione, di domande e sorprese.
    La scrittura di Carboni è fluida, espressiva ed emozionale. Accende l'interesse e lo mantiene alto e saldo grazie ad un ritmo narrativo ben sostenuto.
    "Il segreto dell'antiquario" esplora con dovizia di particolari e suggestioni la mente distorta di colui che incarna il male. Il protagonista ha ben chiaro chi sia, non cerca scuse, non si fa sconti. Intelligente, creativo, complesso, geniale nella musica come nella sua disturbante opera omicidiaria, si offre a tutto tondo. Siamo consapevoli che sia pericoloso, astuto, che vada fermato, eppure, in un angolino della mente, è per lui che parteggiamo quando viene braccato dalle autorità che lo cercano. Anche questo aspetto del romanzo è intrigante: non viviamo la caccia poliziesca, ma l'ansia di chi è preda e deve sfuggire le trappole, pur continuando a rispondere alle sua malate ed irrefrenabili pulsioni.
    Ancora, nelle scene di intrusione domestica non possiamo evitare di porci dentro l'atto, nella parte delle vittime, domandandoci se noi saremmo in grado di percepire il pericolo, le note stonate e di reagire.
    Il giallo non manca di descrivere la connessione sociale dell'omicida con gli amici e le persone che frequenta. La cronaca ci ha fatto sapere che di fronte all'immaginabile colpevolezza di un vicino o addirittura un parente, c'è sgomento, incredulità o particolari che avrebbero dovuto destare sospetti e sono stati ignorati più o meno scientemente. Noi come ci comporteremmo? Impossibile trovare una risposta ma la storia ci porta a riflettere anche su questo.
    Belli i personaggi, sfaccettati, diversi, ci accompagnano perfettamente nei capitoli, offrendo spunti di tensione e riflessione insieme.
    Avvolgente, il romanzo è incalzante, avvince e sorprende, anche in quello che ci sembra chiaro, preannunciato.
    Non manca una nota esoterica, che aggiunge quel pizzico di paranormale che è una ulteriore spezia alla ricetta del mistero. "Il segreto dell'antiquario" possiede una spinta nell'innalzamento del ritmo nel finale, capace di sconvolgere e lasciare piacevolmente a bocca aperta.
    Un romanzo dove nulla si può dare per scontato.
    Consigliato.
    (Tatiana Vanini)

    Citazioni da questo libro:
    I sogni sono tutti innocui, e gli incubi non fanno eccezione. La realtà invece è un'altra cosa.

    Erano proprio la sofferenza, la brama, l'attesa, il progetto, il sudore e anche il rischio a rendere irresistibile il traguardo.

    La morte era blasfema, oltraggiosa e seducente. Era lei il suo vero amore.

    Chi sopravvive agli altri, in quell'attimo è eterno.

    La vita non era giusta, né buona né cattiva. Era per lo più sopravvivenza dall'impeto delle pulsioni, dall'ingordigia dell'ossessione e dal furore dell'estasi.

    Dello stesso autore:
    Il giallo di Villa Nebbia
    La collina dei delitti
    Bologna, destinazione notte
    L'ammiratore



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